Il Rosso

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20 Aprile 2011
Il Giallo
20 Aprile 2011

 De li occhi suoi, come ch’ella li mova 
escono spirti d’amore infiammati. 
( Dante, Vita Nova)

Il rosso, colore del sangue e del fuoco, costituisce per molte popolazioni il primo cromatismo poiché strettamente legato al principio della vita. Il sangue, infatti, è il liquido vitale per eccellenza e in questo suo continuo scorrere tra le vene, nel suo flusso chiuso e centripeto, acquisisce una connotazione introvertita, attrattiva e, per certi versi, femminile, tanto che in Giappone il colore rosso (aka) è indossato quasi esclusivamente dalle donne. Partendo e tornando nel cuore, sede dei sentimenti, il sangue è inoltre collegato all’amore, soprattutto nella sua componente affettiva e relazionale.

Con una palla vermiglia, di nuovo,
Eros chioma d’oro mi colpisce,
e mi invita a giocare
con una fanciulla dal sandalo variegato
( Anacreonte, 570 – 485 a.C. )

In passato, poi, il rosso compariva come attributo delle divinità dell’amore ed il rame, dal colore rossastro, era associato alla dea Venere, in quanto morbido e facilmente fondente con altri metalli, proprio come il sentimento amoroso lega fra loro gli individui. Ma quando l’affetto e la passione si estremizzano e diventano assoluti, ecco apparire la valenza negativa del colore, che nelle sue tonalità più “calde” può esprime il tormento amoroso tanto che nell’Antica Cina, ad esempio, i cosiddetti uomini “rubizzi” erano i mariti duramente provati dalla vita matrimoniale, destinati certamente a morte prematura. Sul versante religioso, inoltre, tale colore significa tanto l’amore divino quanto il sacrificio, il martirio o il tormento, come quello rappresentato dal mantello della Maddalena ai piedi della Croce nella Crocifissione del Masaccio.

Oltre al sangue, il rosso è associato al fuoco, la cui scoperta si è rivelata tra le più grandi conquiste dell’uomo: il fuoco scalda ed illumina ma sopratutto, come dimostra la cottura dei cibi, trasforma. La trasmutazione qui espressa è ovviamente trasformazione psichica, poiché il rosso del fuoco è strettamente legato all’immagine della scintilla divina che s’accende e che anima la materia inerte. Quando questa ricerca spirituale si inflaziona oppure, di converso, quando l’istinto di potenza del rosso conduce all’impulsività e all’amore diabolico, il rosso acquisisce un significato demoniaco e satanico, tingendo di fuoco e fiamme i luoghi infernali di diverse mitologie.

Or ci movemmo con la scorta fida
Lungo la proda del bollor vermiglio,
dove i bolliti facieno alte strida.
( Dante, Inferno, Canto XII )

Ma il sangue che dal suo scorrere nascosto nelle vene, si sparge esternamente in lesioni o ferite, fa apparire l’altra principale valenza di questo colore: quella più propriamente centrifuga e maschile, definita da Vasilij Kandinsky (1974) “viva, accessa, inquieta ”, associata proverbialmente alla forza vitale. In passato, le divise degli eserciti usavano il rosso per aumentare la potenza in battaglia (L. Luzzatto, R. Pompas), mentre per le popolazioni celtiche, poche bacche rosse del sorbo (piccolo albero) avevano le stesse proprietà nutritive di nove pasti, aggiungevano un anno di vita e risanavano dalle ferite. Nei tempi addietro, inoltre, si credeva che lo spargimento di sangue potenziasse il vigore degli uomini e con una tintura scarlatta, si adornavano i giovani Indiani d’America per risvegliare in loro i desideri. Carico di siffatte valenze, questa tonalità diviene anche espressione della sessualità corporea ed erotica, della componente più istintuale dell’amore e quando il “sangue caldo” e l’ardore (dal latino ardere, bruciare) dell’istinto si estremizza, il rosso si collega alla “grande prostituta” Babilonia oppure a Dioniso, con le sue feste caratterizzate da ebbrezza e sessualità sfrenata. Forza e vigore, dunque; ma anche nel rosso-sangue può apparire il polo negativo: se l’estroversione si fa estrema e si attivano le componenti violenti ed ostili della psiche, ecco che le tonalità più scure ne fanno un colore guerriero (M. Di Renzo, 1998), espressione di rabbia, aggressività e furia; per tale motivo il rosso è spesso associato alle divinità della guerra, come attestano Marte nella mitologia romana, Morrigan in quella celtica, Ogun nei territori africani, ma anche l’Arcangelo Michele, il Santo Guerriero, principe delle armate divine, cavaliere celeste, rappresentato nell’iconografia cristiana con un rosso mantello. Alla luce di quanto su esposto, non si può che concordare con Ernest Aeppli quando scrive: “ Là dove il rosso diffonde la sua luce, l’anima è pronta all’azione, alla conquista, alla sofferenza, alla dedizione totale.” (E. Aeppli, 1943 ). Infine, particolare menzione merita il rosso porpora, il quale, per la difficoltà e l’alto costo di produzione, è da sempre emblema di regalità e potenza. Dai greci, la porpora veniva utilizzata per creare pregiati capi d’abbigliamento ed esclusivi tendaggi mentre nella Roma antica, essa era prerogativa esclusiva dei generali trionfanti, degli imperatori e dei magistrati, tanto che il codice di Giustiniano condannava a morte chi acquistava o vendeva stoffe di questo colore.

 

Il Dott. Luca Coladarci, Psicologo-Psicoterapeuta a Frosinone, Fiuggi e Roma. E’ esperto di Ansia, Attacchi di Panico, Disturbi Sessuali Maschili e Femminili, Disturbi Alimentari (Anoressia e Bulimia), Relazioni, Amore e Vita di Coppia, Dipendenza Affettiva, Depressione, Stress, Elaborazione Del Lutto, Disagi Relazionali, Dipendenza Da Gioco D’Azzardo, Mobbing, Cefalee, Bullismo e di tutte quelle situazioni esistenziali che tendono a bloccare il libero fluire della vita.