Gli Attacchi di Panico: Cosa Sono e Cosa Fare

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L'Empatia, Ovvero Il Mettersi Nei Panni Di Un'Altra Persona
L’Empatia, Ovvero il Mettersi nei Panni di un’Altra Persona
2 Gennaio 2012

Gli Attacchi di Panico: Cosa Sono e Cosa FareGli Attacchi di Panico sono una condizione psicologica che negli ultimi decenni ha visto una costante e rapida diffusione. La caratteristica essenziale degli attacchi di panico è costituita da un periodo preciso di intenso disagio e paura: infatti, l’attacco di panico ha un inizio improvviso, raggiunge con rapidità l’apice (di solito in dieci minuti) ed è spesso accompagnato da un senso di pericolo o di catastrofe imminente.

Inoltre, gli attacchi di panico sono caratterizzati da una serie di sintomi psichici e fisici come l’ansia, le palpitazioni, la paura di perdere il controllo oppure quella di morire, la difficoltà di respirazione o “nodo alla gola”, i disturbi addominali, la nausea, le sensazioni di formicolio o di torpore. Come si vede, dunque, la persona con attacchi di panico in quei momenti sembra vivere un vero e proprio “terremoto emotivo“, a cui si aggiunge, tra l’altro, il vissuto di imprevidibilità di un eventuale attacco successivo.

A secondo delle differenti relazioni tra l’esordio dell’attacco di panico e la presenza o l’assenza di fattori situazionali scatenanti, esistono tre tipologie caratteristiche di attacchi di panico: inaspettati, sensibili alla situazione e causati dalla situazione. Gli attacchi di panico inaspettati sono quelli in cui il la persona non associa l’esordio dell’attacco con un fattore scatenante situazionale specifico. Negli attacchi di panico sensibili alla situazione, invece, gli attacchi hanno una maggiore probabilità di manifestarsi in seguito all’esposizione ad uno stimolo o ad un fattore scatenate situazionale, ma non sono sempre associati con quello stimolo e non si manifestano necessariamente subito dopo l’esposizione. Negli attacchi di panico causati dalla situazione, infine, la crisi si manifesta quasi invariabilmente durante l’esposizione o nell’attesa dello stimolo o fattore scatenante situazionale specifico.

Gli attacchi di panico: Cosa Sono e Cosa FareVa inoltre aggiunto come alcune persone con disturbo da attacchi di panico possano soffrire anche di agorafobia, vale a dire la paura di rimanere intrappolati in una situazione o in un luogo dai quali la fuga può risultare difficile o molto imbarazzante, oppure potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso in cui l’individuo venga colpito da una nuova ed improvvisa crisi. Questo elemento di agorafobia, rappresenta certamente uno degli elementi più invalidanti degli attacchi di panico, poiché interferisce molto con il regolare funzionamento sociale, lavorativo e familiare. Infatti, per eludere la paura spesso si possono attuare condotte di evitamento di luoghi chiusi o affollati, oppure non si viaggia da soli o non si utilizzano mezzi di trasporto.

Infine, per quanto riguarda la diffusione degli attacchi di panico in base al genere, seppure le donne sono in numero maggiore, negli ultimi anni si è assistita ad una crescente e costante incidenza anche tra la popolazione maschile. Inoltre, mentre sino a qualche anno fa gli attacchi di panico riguardavano principalmente i giovani, in questi ultimi anni essi sembrano coinvolgere persone di tutte le fasce di età.

Da un punto di vista psicologico, le cause degli attacchi di panico si possono ricercare tra le dinamiche fra la coscienza e i contenuti più profondi. Secondo la psicologa Marie-Louise von Franz, infatti, un atteggiamento sbagliato da parte della coscienza può suscitare una reazione psicologica che determina stati di panico e confusione. Entrando più nello specifico, infatti, secondo lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung i problemi sorgono soltanto se agiscono esclusivamente in profondità e se non li prendiamo nelle nostre mani in modo da dare loro una direzione ed una forma precise: ” Se eludiamo questo compito, essi ci trascinano a rimorchio e noi diventiamo le loro vittime: li si può paragonare a una slitta lanciata a grande velocità giù per una china coperta di neve, senza nessuno alla guida. Dobbiamo piantarci saldamente in testa alla slitta, con la briglia in mano, e non sedere dietro o, peggio, cercare di non salirci affatto, perché così facendo si finisce per essere presi dal panico. “

Attraverso un fiducioso percorso psicologico, dunque, è possibile raggiungere una maggiore consapevolezza e chiarezza di tali contenuti, e di integrarli con equilibrio ed armonia all’interno della personalità globale.